Home Oncologia Tumore al collo dell’utero: fattori di rischio e diagnosi

Tumore al collo dell’utero: fattori di rischio e diagnosi

0

Il tumore al collo dell’utero nelle sue fasi iniziali è in genere asintomatico. Diagnosticarlo precocemente può aumentare notevolmente le possibilità di guarigione. Vediamo quali sono i fattori di rischio e gli esami da eseguire.

La cervice uterina, o collo uterino, è la parte inferiore dell’utero. Questo è ancorato alla parete ossea della pelvi mediante delle strutture fibrose che si inseriscono a livello della cervice. I parametri (ossia queste  strutture) sono attraversati dalle arterie uterine e dall’uretere, il canale che collega i reni alla vescica.

L’esocervice uterina e le pareti vaginali sono rivestite dal cosiddetto epitelio squamoso, mentre l’endocervice da quello cilindrico. Il punto di passaggio tra i due epiteli viene chiamato giunzione squamo-colonnare.

Il tumore al collo dell’utero origina dalla trasformazione in senso maligno di alcune cellule, situate proprio livello della giunzione squamo-colonnare, che si moltiplicano in maniera incontrollata.

TUMORE AL COLLO DELL’UTERO: Fattori di rischio

Il principale fattore di rischio del cancro alla cervice uterina è rappresentato dall’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV – Human Papilloma Virus). Come abbiamo già detto in un precedente articolo, si tratta di una delle cosiddette malattie a trasmissione sessuale. Ad oggi sono oltre 100 i diversi genotipi di HPV conosciuti per la loro pericolosità a livello oncologico.

Difatti, non tutte le infezioni legate al virus portano al cancro. Nella maggior parte dei casi il sistema immunitario riesce a debellarlo, oppure il virus può rimanere silente o ancora provocare piccoli tumori benigni conosciuti col nome di papillomi.

Oltre al Papilloma Virus, esistono altri fattori di rischio riconosciuti, quali:

  • Familiarità per il tumore
  • Fumo
  • Inizio precoce dell’attività sessuale (prima dei 16 anni)
  • Promiscuità sessuale del proprio partener o anche personale
  • Aver partorito in adolescenza
  • Aver portato avanti molte gravidanze
  • Uso prolungato di contraccettivi orali (per un periodo superiore ai 5 anni)
  • Obesità
  • Alimentazione troppo povera di frutta e verdura
  • Indebolimento del sistema immunitario dovuto a malattie immuno-depressive

SINTOMI

Generalmente negli stadi iniziali il tumore al collo dell’utero è asintomatico. La sua sintomatologia è comunque comune a molte altre patologie che interessano l’apparato genitale. Per questa ragione è fondamentale rivolgersi ad uno specialista qualora dovessero manifestarsi uno o più sintomi, quali:

  • PERDITE VAGINALI INSOLITE, sia per colore che per consistenza
  • SANGUINAMENTI VAGINALI non associati al normale ciclo mestruale
  • DOLORE PELVICO
  • DOLORE E/O SANGUINAMENTO durante i rapporti sessuali

DIAGNOSI

È molto importante diagnosticare il cancro alla cervice uterina ad uno stadio iniziale. Considerando anche l’aspetto asintomatico di questo tipo di neoplasia, non è difficile intuire quanto sia essenziale effettuare controlli ginecologici annuali che comprendano in primis il Pap test. Vediamo in maniera dettagliata quali sono gli esami:

  • Pap test. Nella maggior parte dei casi, l’esame consente di individuare eventuali anomalie cellulari mediante un prelievo a livello della cervice uterina
  • HPV DNA test. Nel caso il Pap test dia esito positivo, è possibile identificare il ceppo virale responsabile dell’infezione attraverso l’HPV DNA test
  • Esame pelvico. Viene effettuato un esame pelvico approfondito nel caso vi sia una diagnosi, o anche un sospetto, di tumore al collo dell’utero. Questo consente di individuare le sue dimensioni ed il suo grado di avanzamento
  • Colposcopia. L’esame permette una buona visione di cervice e vagina, nonché l’individuazione di eventuali zone anomale o sospette. È possibile anche prelevare un campione di tessuto per l’esame istologico
  • Risonanza Magnetica della pelvi. Con questo esame non invasivo si può valutare l’estensione locale del cancro
  • TC del torace. È importante sottoporsi alla tomografia per poter escludere la cosiddetta estensione a distanza del tumore, ai polmoni
  • Tomografia assiale ad emissione di positroni. L’esame è in grado di identificare le cellule tumorali in attività, nei casi in cui vi siano dubbi sull’effettiva localizzazione a distanza della neoplasia

Per ulteriori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma

 

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version