Home Magazine Eccesso di fruttosio e acido urico: attenzione al fegato

Eccesso di fruttosio e acido urico: attenzione al fegato

0
Eccesso di fruttosio e acido urico - Prof Paolo Barillari

Il legame tra fruttosio e acido urico metterebbe in pericolo il fegato, innescando dei meccanismi simili a quelli generati dall’alcool. Un consumo eccessivo aumenterebbe, infatti, il rischio di sviluppare malattie epatiche piuttosto gravi.

I ricercatori dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Epatometaboliche del Bambino Gesù di Roma ha condotto uno studio pubblicato sul Journal of Hepatology (www.journal-of-hepatology.eu/article/S0168-8278(17)30002-8/pdf). L’oggetto di tale studio era incentrato sul rapporto tra fruttosio e acido urico in relazione alla steatoepatite non alcolica pediatrica.

LO STUDIO

È stato preso in considerazione un gruppo formato da 271 bambini e adolescenti, con una età media di 12,5 anni. Tutti i partecipanti erano affetti da steatosi epatica non alcolica, ossia il cosiddetto “fegato grasso”. Questa patologia comporta un accumulo di lipidi (grassi) nel fegato di persone che non bevono alcool o ne bevono molto poco. In particolare, parliamo di “fegato grasso” quando i lipidi presenti superano il 5-10% del peso dell’organo stesso.

Il 37,5% dei soggetti era affetto anche da steatoepatite non alcolica. Questa è una malattia cronica del fegato e rappresenta una condizione più grave rispetto alla steatosi epatica non alcolica. In questa patologia il fegato è soggetto a processi infiammatori che possono portare a cicatrizzazione e necrosi dei tessuti epatici. Questo altera e compromette la funzionalità dell’organo in maniera irreversibile.

RISULTATI E LEGAME TRA FRUTTOSIO E ACIDO URICO

Il gruppo è stato, quindi, sottoposto ad analisi e biopsie, nonché ad un questionario per conoscere le loro abitudini alimentari. Incrociando i dati scientifici con le risposte al questionario, i ricercatori del Bambino Gesù hanno individuato un legame tra i livelli eccessivi di acido urico ed il consumo altrettanto eccessivo di fruttosio.

In particolare, il 30% del gruppo con steatosi epatica non alcolica presentava alti livelli di acido urico, contro il 50% del gruppo che soffriva anche di steatoepatite non alcolica.
Difatti, risultava che 9 soggetti su 10 consumassero bevande zuccherate almeno una volta alla settimana.

FRUTTOSIO E ACIDO URICO

Secondo i ricercatori il fabbisogno giornaliero di fruttosio è pari a 25 grammi circa. Ogni grammo in più rispetto a questa quota può aumentare il rischio di sviluppare malattie del fegato di ben una volta e mezzo.

Il fruttosio è un componente degli ormai noti zuccheri aggiunti. Quando si consuma una sua quantità elevata , l’organismo non riesce a smaltire l’eccesso di acido urico prodotto dal metabolismo del fruttosio.

Tutto ciò provoca il cosiddetto stress ossidativo mitocondriale, che a sua volta stimola l’accumulo di grassi nel fegato, a prescindere che ci sia o meno un eccessivo apporto calorico.
Inoltre, si è evidenziato come la formazione di acido urico indotta dal fruttosio in eccesso attivi dei processi infiammatori delle cellule epatiche e, ancor più grave, l’insulino-resistenza, legata a diabete e sindrome metabolica.

 

Per informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma

 

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version