Parliamo di Esofago di Barrett, una patologia correlata agli effetti del reflusso gastroesofageo che è bene diagnosticare e trattare in modo adeguato.
Il condotto muscolare attraverso cui ciò che ingeriamo arriva allo stomaco è l’esofago. Questa sorta di tubo, lungo 25-30 centimetri e largo 2-3, è rivestito internamente di tessuto mucoso. Nel momento in cui la sua mucosa viene danneggiata dalla risalita continua dei succhi gastrici, si difende generando una condizione chiamata Esofago di Barrett. In medicina viene definito metaplasia, un cambiamento anomalo delle cellule che in questo caso rivestono la mucosa inferiore del condotto esofageo.
Cerchiamo di capire meglio come avviene questo processo che coinvolge l’esofago che, ricordiamo, si trova tra la faringe e la bocca dello stomaco. Per un effetto di adattamento e difesa all’esposizione cronica agli acidi (dovuta alla malattia da reflusso gastroesofageo), il normale tessuto che riveste la mucosa dell’esofago viene sostituito da una nuova mucosa. Quest’ultima è, però, costituita da cellule che normalmente ricoprono internamente le pareti dello stomaco o del tratto iniziale dell’intestino tenue (duodeno).
ESOFAGO DI BARRETT: fattori di rischio
Molti sono i fattori di rischio che possono portare a questa condizione, la cui causa principale, è come abbiamo già detto, la malattia da reflusso gastroesofageo. Vediamoli in dettaglio:
- Tabagismo
- Sesso. Gli uomini presentano un rischio due volte maggiore di sviluppare questa patologia rispetto alle donne
- Ernia iatale
- Sovrappeso
- Abuso di alcool
- Familiarità
- Età avanzata. Nella maggior parte dei casi interessa persone con più di 60 anni
SINTOMI
Questa condizione può anche essere asintomatica, tuttavia nella maggior parte dei casi presenta la sintomatologia tipica del reflusso gastroesofageo, ossia:
- Rigurgiti acidi
- Tosse secca
- Pirosi (bruciore)
- Dolore toracico retrosternale e addominale (soprattutto nella parte superiore)
- Difficoltà nel deglutire il cibo
In caso di reflusso più grave associato ad una esofagite severa possono manifestarsi sintomi, quali:
- Feci nerastre e catramose
- Tracce di sangue nel vomito
DIAGNOSI
È molto importante accertare la diagnosi di Esofago di Barrett mediante una endoscopia ed una biopsia esofagea. Difatti, la gravità di questa problematica sta nel fatto che ha una stretta correlazione con l’adenocarcinoma esofageo, un tumore molto spesso mortale.
TRATTAMENTO
Proprio perché tale patologia può rappresentare una potenziale evoluzione verso il tipo di cancro appena citato, deve essere trattata in modo adeguato.
Per questa ragione il primo obiettivo è il controllo dei sintomi con farmaci antisecretivi, in modo da consentire la guarigione dell’esofagite. Difatti, questi sono in grado di ridurre a lungo (dalle 18 alle 24 ore) ed in modo significativo l’acidità gastrica.
Quando nel tessuto esofageo si evidenzia un basso grado di displasia, il trattamento prevede un monitoraggio periodico. In questi casi è consigliabile pertanto sottoporsi ad esami endoscopici di controllo ogni 12-36 mesi.
Al contrario, se il tessuto esofageo presenta un elevato grado di displasia, può essere necessaria l’asportazione del tessuto displastico mediante una mucosectomia endoscopica parziale. L’intervento consente di asportare aree di natura maligna ad uno stadio iniziale.
Un caso più raro è quello che necessita della rimozione totale. Questa avviene attraverso l’ablazione con radiofrequenza, una tecnica innovativa e molto efficace che consente di distruggere il tessuto displastico, inducendo così la formazione di mucosa sana.
Per ulteriori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma
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