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Ernia epigastrica

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Ernia epigastrica - Il Blog del Prof. Paolo Barillari

L’ ernia epigastrica, anche detta ernia della linea alba, è un disturbo localizzato nella zona dell’addome che si trova tra lo sterno e l’ombelico (epigastrio). Si verifica quando una porzione, generalmente di tessuto adiposo,  fuoriesce formando una protuberanza della dimensione di una pallina da golf.

Questo disturbo è frequente nei neonati e, in età adulta, negli uomini tra i 20 e i 50 anni. Esistono due diverse tipologie di ernia epigastrica:

  • Riducibile. Il tessuto fuoriuscito è libero di rientrare nella sua sede fisiologica all’interno della cavità addominale
  • Incarcerata o strangolata. Il tessuto non ha la possibilità di rientrare nella cavità addominale, in quanto è bloccato dallo stesso foro da cui è fuoriuscito

A volte si possono presentare ernie epigastriche multiple.

CAUSE

L’ ernia epigastrica è causata principalmente da un indebolimento della parete muscolare addominale o del tessuto connettivo a livello dell’addome, ma anche da un difetto congenito.

La debolezza della parete addominale può essere a sua volta provocata da:

  • Gravidanze ripetute
  • Obesità e repentini cambiamenti di peso
  • Stipsi cronica che comporta sforzi ripetuti ed intensi durante l’evacuazione
  • Sport violenti
  • Sforzi ripetuti nel tempo, come ad esempio sollevare carichi pesanti
  • Ascite, ossia presenza di liquido addominale come conseguenza di patologie epatiche o neoplastiche
  • Tosse cronica legata a patologie bronchiali o polmonari

SINTOMI

Nella maggior parte dei casi l’ ernia epigastrica è asintomatica; inizialmente si presenta sotto forma di una protuberanza di piccole dimensioni, che si accentua in posizione eretta, mentre scompare quando il paziente è disteso. La sua sintomatologia  da lieve può progressivamente tendere ad aumentare. In alcuni casi, soprattutto se tende a dare sintomi di incarceramento, l’ernia epigastrica può essere associata a:

  • irriducibilità dell’ernia
  • dolore o fastidio nel punto di insorgenza o che si irradia ad altri quadranti della cavità addominale (ad esempio a livello della colecisti)
  • nausea e vomito persistente in particolare dopo i pasti
  • gonfiore addominale
  • diarrea

DIAGNOSI

Solitamente lo specialista è in grado di stabilire se si è in presenza di ernia epigastrica, durante una semplice visita, attraverso l’osservazione e la palpazione dell’addome del paziente, al quale potrebbe essere chiesto di tossire al fine di visualizzare meglio la protrusione.

In alcuni casi potrebbero essere necessari ulteriori indagini strumentali, quali:

  • Ecografia dell’addome superiore
  • TAC dell’addome superiore, in caso si tratti di soggetti obesi o di possibile ernia incarcerata
  • Risonanza Magnetica, solo nel caso in cui con le due precedenti metodiche non si riesca a fare una diagnosi corretta

TRATTAMENTO

Il paziente può tranquillamente convivere con un’ ernia epigastrica asintomatica. Nel caso in cui ci sia un’elevata probabilità che diventi incarcerata, è necessario un trattamento di tipo chirurgico; quest’ultimo consiste nella rimozione dell’ernia e nel rafforzamento della parete addominale con l’utilizzo di reti in materiale biocompatibile permanente al fine di ridurre il rischio di recidiva.

Si consiglia di indossare una fascia elastica per almeno un mese dopo l’intervento in modo da favorire la corretta chiusura e guarigione della parete addominale.

Per la ripresa dell’attività lavorativa sono sufficienti dai 10 ai 20 giorni di relativo riposo dopo l’intervento.

Nei bambini, a meno che non subentri un’emergenza, l’intervento viene rimandato finché non siano abbastanza grandi da poterlo affrontare.

PREVENZIONE

Se da un lato prevenire l’insorgenza di un’ ernia epigastrica congenita risulta impossibile, dall’altro è possibile contrastare la sua comparsa in età adulta; al tal fine si consiglia di:

  • non fumare
  • evitare di sollevare carichi troppo pesanti
  • evitare di ingrassare improvvisamente
  • cercare di mantenere il peso nella norma
  • contrastare la stipsi
  • trattare in modo adeguato le malattie e quelle allergie che possono causare starnuti, tosse e vomito frequenti

 

Per ulteriori informazioni contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Clinica Villa Mafalda di Roma

 

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