Tumore alla prostata: fattori di rischio

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Tumore alla prostata, fattori di rischio - Il Blog del Prof. Paolo Barillari

Il tumore alla prostata rappresenta il 15% di tutti i tumori riscontrabili nell’uomo, ma è anche il più facile da diagnosticare e curare. A questo scopo è fondamentale una diagnosi tempestiva che renda possibile circoscriverlo ed eliminarlo, limitando ulteriori danni possibili.

La prostata è una ghiandola fibromuscolare che ha una forma simile a quella di una castagna. Si trova appena sotto la vescica, anteriormente al retto e per questo è palpabile attraverso l’esame rettale. Questa ghiandola ha il compito di secernere il cosiddetto liquido prostatico, che è uno dei costituenti del liquido seminale e che contiene degli elementi in grado di aumentare la sopravvivenza e la motilità degli spermatozoi.

FATTORI DI RISCHIO DEL TUMORE ALLA PROSTATA

Ci sono alcuni fattori che possono aumentare la probabilità di sviluppare il tumore alla prostata. Tra questi vi sono:

  • Età. Dopo i 50 anni aumenta il rischio di ammalarsi. Difatti, 2 uomini su 3, ai quali viene diagnosticato il cancro, ha più di 65 anni. Il mondo scientifico ha, inoltre, dimostrato che il 70% degli uomini con più di 80 anni presentano la malattia
  • Familiarità. Chi ha un parente consanguineo (ossia, padre, fratello…) affetto da tumore, ha un rischio due volte maggiore di ammalarsi
  • Fattore genetico. La presenza di mutazioni in alcuni geni, come ad esempio i già noti BRCA1 e BRCA2 per il cancro mammario ed ovarico, o del gene HPC1, può incrementare il rischio di insorgenza
  • Fumo
  • Abuso di alcool
  • Stile di vita. Una dieta ricca di grassi saturi e povera di frutta, verdura e cereali integrali rappresenta un altro fattore di rischio, insieme ad obesità e sedentarietà

È bene, quindi, sottoporsi a controlli periodici e regolari a partire dai 45 anni e adottare uno stile di vita sano. L’età si abbassa a 40 anni, se in famiglia ci sono casi di cancro alla prostata.

CAMPANELLI D’ALLARME

Nelle fasi iniziali, il tumore alla prostata può procedere in modo lento ed essere asintomatico. I sintomi urinari si manifestano solo nelle fasi più avanzate della malattia, ma possono essere associati anche a problemi diversi dal tumore, come l’iperplasia (o ipertrofia) prostatica benigna. Quest’ultima si verifica quando la porzione centrale della prostata aumenta di volume a causa dell’incremento del numero di cellule, comprimendo l’uretra, ossia il canale che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno.
Tuttavia, ci sono alcuni campanelli d’allarme che dovrebbero suggerire di rivolgersi ad uno specialista:

  • Difficoltà al momento di cominciare a urinare
  • Bisogno di urinare spesso
  • Sensazione di non riuscire a urinare in modo completo
  • Dolore durante la minzione
  • Sangue nelle urine o nel liquido seminale
  • Senso di peso nella zona retto-vescicale

 

Per informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma

 

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