Il tumore al collo dell’utero nelle sue fasi iniziali è in genere asintomatico. Diagnosticarlo precocemente può aumentare notevolmente le possibilità di guarigione. Vediamo quali sono i fattori di rischio e gli esami da eseguire.
La cervice uterina, o collo uterino, è la parte inferiore dell’utero. Questo è ancorato alla parete ossea della pelvi mediante delle strutture fibrose che si inseriscono a livello della cervice. I parametri (ossia queste strutture) sono attraversati dalle arterie uterine e dall’uretere, il canale che collega i reni alla vescica.
L’esocervice uterina e le pareti vaginali sono rivestite dal cosiddetto epitelio squamoso, mentre l’endocervice da quello cilindrico. Il punto di passaggio tra i due epiteli viene chiamato giunzione squamo-colonnare.
Il tumore al collo dell’utero origina dalla trasformazione in senso maligno di alcune cellule, situate proprio livello della giunzione squamo-colonnare, che si moltiplicano in maniera incontrollata.
TUMORE AL COLLO DELL’UTERO: Fattori di rischio
Il principale fattore di rischio del cancro alla cervice uterina è rappresentato dall’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV – Human Papilloma Virus). Come abbiamo già detto in un precedente articolo, si tratta di una delle cosiddette malattie a trasmissione sessuale. Ad oggi sono oltre 100 i diversi genotipi di HPV conosciuti per la loro pericolosità a livello oncologico.
Difatti, non tutte le infezioni legate al virus portano al cancro. Nella maggior parte dei casi il sistema immunitario riesce a debellarlo, oppure il virus può rimanere silente o ancora provocare piccoli tumori benigni conosciuti col nome di papillomi.
Oltre al Papilloma Virus, esistono altri fattori di rischio riconosciuti, quali:
- Familiarità per il tumore
- Fumo
- Inizio precoce dell’attività sessuale (prima dei 16 anni)
- Promiscuità sessuale del proprio partener o anche personale
- Aver partorito in adolescenza
- Aver portato avanti molte gravidanze
- Uso prolungato di contraccettivi orali (per un periodo superiore ai 5 anni)
- Obesità
- Alimentazione troppo povera di frutta e verdura
- Indebolimento del sistema immunitario dovuto a malattie immuno-depressive
SINTOMI
Generalmente negli stadi iniziali il tumore al collo dell’utero è asintomatico. La sua sintomatologia è comunque comune a molte altre patologie che interessano l’apparato genitale. Per questa ragione è fondamentale rivolgersi ad uno specialista qualora dovessero manifestarsi uno o più sintomi, quali:
- PERDITE VAGINALI INSOLITE, sia per colore che per consistenza
- SANGUINAMENTI VAGINALI non associati al normale ciclo mestruale
- DOLORE PELVICO
- DOLORE E/O SANGUINAMENTO durante i rapporti sessuali
DIAGNOSI
È molto importante diagnosticare il cancro alla cervice uterina ad uno stadio iniziale. Considerando anche l’aspetto asintomatico di questo tipo di neoplasia, non è difficile intuire quanto sia essenziale effettuare controlli ginecologici annuali che comprendano in primis il Pap test. Vediamo in maniera dettagliata quali sono gli esami:
- Pap test. Nella maggior parte dei casi, l’esame consente di individuare eventuali anomalie cellulari mediante un prelievo a livello della cervice uterina
- HPV DNA test. Nel caso il Pap test dia esito positivo, è possibile identificare il ceppo virale responsabile dell’infezione attraverso l’HPV DNA test
- Esame pelvico. Viene effettuato un esame pelvico approfondito nel caso vi sia una diagnosi, o anche un sospetto, di tumore al collo dell’utero. Questo consente di individuare le sue dimensioni ed il suo grado di avanzamento
- Colposcopia. L’esame permette una buona visione di cervice e vagina, nonché l’individuazione di eventuali zone anomale o sospette. È possibile anche prelevare un campione di tessuto per l’esame istologico
- Risonanza Magnetica della pelvi. Con questo esame non invasivo si può valutare l’estensione locale del cancro
- TC del torace. È importante sottoporsi alla tomografia per poter escludere la cosiddetta estensione a distanza del tumore, ai polmoni
- Tomografia assiale ad emissione di positroni. L’esame è in grado di identificare le cellule tumorali in attività, nei casi in cui vi siano dubbi sull’effettiva localizzazione a distanza della neoplasia
Per ulteriori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma