La sintomatologia associata alla Sindrome del colon irritabile può avere cause diverse da quest’ultima, per questo si parla di diagnosi di esclusione. Quali sono gli esami utili per escludere altre patologie intestinali?
In un articolo precedente abbiamo parlato della Sindrome del colon irritabile, analizzando i fattori che possono incidere maggiormente. Oggi ci soffermeremo sugli esami diagnostici da effettuare nel caso si presentino alcuni segnali di allarme, che possono essere correlati a problematiche differenti dalla sindrome, e pertanto da non sottovalutare.
SINTOMI DI SINDROME DEL COLON IRRITABILE
A soffrire di colon irritabile è il 10% della popolazione. Le donne, in particolare quelle dai 20 ai 50 anni, sono le più coinvolte in questo tipo di patologia. Si tratta di un disturbo cronico, che interessa colon ed intestino tenue e che comporta sintomi, quali:
- Fastidio e/o dolore addominale che si attenuano dopo l’evacuazione
- Alterazione della funzione intestinale, caratterizzata da alternanza di stipsi e diarrea
- Gonfiore o distensione a livello addominale
- Presenza di muco nelle feci
- Sensazione di affaticamento e debolezza
- Emicrania
- Ansia e depressione
CAMPANELLI DI ALLARME
Vi sono alcuni segnali che dovrebbero spingerci ad effettuare delle indagini più approfondite:
- Presenza di sangue nelle feci
- Età maggiore di 50 anni
- Dolore addominale che non si attenua dopo l’evacuazione
- Dimagrimento ingiustificato
- Anemia e fatica cronica
- Febbre
- Peggioramento della sintomatologia dopo aver ingerito determinati alimenti
DIAGNOSI ED ESAMI
Innanzitutto lo specialista effettua l’anamnesi (ossia la storia clinica dettagliata del paziente) per identificare i sintomi caratteristici della Sindrome del colon irritabile; in secondo luogo visita manualmente l’addome del paziente.
Come abbiamo già detto, in questo caso parliamo di diagnosi di esclusione.
Difatti, per poter escludere altre malattie intestinali che si presentano con gli stessi sintomi del colon irritabile, ma che richiedono un differente trattamento, possono essere necessari i seguenti esami:
- Analisi del sangue (emocromo – sideremia – transaminasi – glicemia ed emoglobina glicosilata – creatininemia – analisi degli ioni – VES, PCR e alfa1-glicoproteina acida per escludere ad esempio il Morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa – dosaggio di paratormone e TSH per escludere iperparatiroidismo, ipertiroidismo o ipotiroidismo – dosaggio degli anticorpi antigliadina e antiendomisio per valutare se si è in presenza di celiachia)
- Test alimentari (come ad esempio, il Breath Test per lattosio) per indagare sulla presenza di eventuali allergie e/o intolleranze alimentari
- Ecografia. È uno dei primi esami che si eseguono in caso di dolore addominale ed è utile a svelare la presenza di calcoli alla colecisti o patologie a carico degli organi genitali (specie delle ovaie)
- Analisi delle feci per rilevare la possibile presenza di parassiti fecali e delle loro uova con eventuale ricerca di sangue occulto nelle feci
- Esplorazione rettale. Viene effettuata in caso di presenza di sangue nelle feci o di sintomi di incontinenza rettale; in un secondo tempo può essere prescritta la manometria rettale, che valuta pressione e funzionamento dello sfintere anale
- Colonscopia. Va effettuata se i disturbi insorgono in pazienti sopra i 50 anni o nei soggetti che hanno una familiarità per il tumore del colon o che presentano sintomi di allarme come presenza di sangue commista alle feci o da solo, diarrea persistente che non regredisce con la terapia, dimagrimento non spiegabile
- Clisma opaco. È una serie di radiografie dopo somministrazione di mezzo di contrasto, che viene eseguito per escludere una diverticolosi colica
Per ulteriori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma
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