Rettocele, un disturbo femminile

0
10541
Rettocele un disturbo femminile - Il Blog del Prof. Paolo Barillari

Il rettocele è una patologia specificatamente femminile che può insorgere a qualsiasi età, anche se è più facile riscontrarla nelle donne tra i 40 ed i 60 anni, multipare o che abbiano superato la menopausa.

Il rettocele si verifica quando una porzione dell’intestino retto protrude all’interno del lume vaginale a causa dell’indebolimento, più o meno severo, del pavimento pelvico (ossia dei muscoli che compongono il setto retto-vaginale).

CLASSIFICAZIONE DEL RETTOCELE

In base alla profondità della tasca del rettocele è possibile distinguere tre diversi gradi:

  • 1° grado: quando è minore di 2 cm
  • 2° grado: quando è compresa tra 2 cm e 4 cm
  • 3° grado: quando è maggiore di 4 cm

A seconda della sede rispetto alla parete vaginale posteriore, possiamo distinguere:

  • Rettocele Basso: si trova a livello del corpo perineale ed è dovuto a una separazione dei fasci del muscolo elevatore dell’ano, spesso come conseguenza di una episiotomia (incisione praticata per facilitare il parto vaginale) non ben riparata
  • Rettocele Medio: è il più frequente, anch’esso legato ad una lacerazione ostetrica con danneggiamento dei sistemi di supporto del setto retto-vaginale
  • Rettocele Alto: è associato al prolasso genitale

SINTOMI

Generalmente il rettocele si presenta in forma lieve, ma quando la protrusione del retto all’interno della vagina si fa più severa, i sintomi frequenti sono:

  • evacuazione incompleta e difficoltosa
  • dolore pelvico durante la defecazione
  • dolore durante i rapporti sessuali
  • senso di peso o dolenza anorettale che può irradiarsi anche all’area sacrococcigea
  • tenesmo (ossia la contrazione spasmodica, e spesso dolorosa, dello sfintere anale, accompagnata da stimolo alla evacuazione anche senza emissione di feci) a cui spesso è associato un prolasso muco-emorroidario
  • stipsi cronica da ostruzione rettale: la tasca del rettocele causa un’alterazione della dinamica della defecazione, sequestrando in fase espulsiva il bolo fecale; per questa ragione la maggior parte delle pazienti deve eseguire manovre di digitazione ed innalzamento del perineo.

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO DEL RETTOCELE

Vi sono alcuni eventi che possono causare lo stiramento traumatico dei muscoli del pavimento pelvico. È giusto sottolineare, però, che non basta un singolo evento a provocare il rettocele, bensì la somma di diversi eventi traumatici, quali:

  • Parto vaginale o con complicazioni come un travaglio molto lungo o un feto di grandi dimensioni. Le donne che hanno avuto più parti vaginali sono più soggette a questa patologia, poiché ogni singolo parto contribuisce all’indebolimento progressivo del pavimento pelvico
  • Menopausa. Dopo la menopausa le donne producono meno estrogeni e questo indebolisce fisiologicamente i muscoli del setto retto-vaginale
  • Obesità
  • Stipsi cronica
  • Bronchite cronica
  • Predisposizione genetica

DIAGNOSI

La diagnosi di rettocele viene effettuata mediante un esame pelvico, a cui possono seguire ulteriori esami strumentali, come :

TRATTAMENTO

Il trattamento chirurgico del rettocele è indicato nei pazienti sintomatici per i quali quello conservativo e medico (biofeedback) ha fallito. Gli obiettivi del trattamento chirurgico sono:

  • la correzione durevole del difetto anatomico con ripristino della funzione ano-retto-vaginale
  • la concomitante correzione di anomalie responsabili di sintomatologie associate, quali incontinenza urinaria e fecale
  • evitare complicanze o sequele (dolore, dispareunia secondaria, incontinenza post-operatoria)

La correzione del rettocele può essere effettuata per via transanale, transvaginale o transperineale; prevede l’utilizzo di diversi tipi di protesi, sintetiche e non, al fine di ottimizzare i risultati anatomici e funzionali a medio e lungo termine.
La correzione del rettocele con riparazione transperineale con protesi biologiche sembra la procedura ideale, poiché in grado di ridurre alcune complicanze associate all’uso delle protesi sintetiche.

 

Per dubbi o informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui