Linfoma follicolare: novità dall’ASCO 2018 di Chicago

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Linfoma, novità dall’ASCO 2018 di Chicago - Il Blog del Prof. Paolo Barillari

Importanti novità sul linfoma follicolare sono emerse nel recente “ASCO 2018” che si è tenuto negli Stati Uniti. Ne parliamo in questo articolo di approfondimento.

Si è appena concluso a Chicago l’annuale meeting sull’oncologia dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology), che riunisce migliaia di studiosi e studi scientifici. Si tratta di un appuntamento davvero fondamentale per poter avere la visione completa sulla ricerca oncologica.

Numerosi sono stati i temi affrontati, tra cui: melanoma, la cui incidenza ha raggiunto il 75% a causa delle lampade abbronzanti; tumore al polmone; mieloma, per il quale si è dimostrato come l’utilizzo di tre farmaci invece di due produca dei “benefici concreti”; biopsia liquida etc.

Tuttavia, in questo articolo ci soffermeremo su quanto è emerso circa il linfoma follicolare, un tumore maligno che colpisce il nostro sistema linfatico.

In Italia ogni anno vengono fatte quasi 10mila nuove diagnosi di linfoma non Hodgkin, gruppo di linfomi a lenta crescita, di cui quelli follicolari rappresentano uno degli isotipi più frequenti.

LINFOMA FOLLICOLARE: di cosa si tratta

Come abbiamo detto i linfomi sono tumori che coinvolgono il sistema linfatico, in particolare i linfociti. Questi hanno il compito di difenderci dalle infezioni e si trovano nelle ghiandole linfatiche (linfonodi), nella milza, nel timo, nelle tonsille, nel midollo osseo e in altri organi.

Normalmente il ciclo vitale dei linfociti sani prevede che le cellule più vecchie muoiano per poi essere rimpiazzate da cellule più giovani. In caso di linfoma, l’organismo produce un eccesso di linfociti anomali. Le cellule più vecchie non muoiono, anzi continuano a crescere e replicarsi, accumulandosi di conseguenza negli organi del sistema linfatico.

STUDIO REVELANCE: protocollo chemio-free e suoi benefici

È bene premettere che all’esordio della malattia il 30% dei pazienti con diagnosi di linfoma non necessitano subito di terapie, bensì di uno stretto e costante monitoraggio. Vi sono comunque 2500/3000 pazienti che potranno beneficiare dei significativi risultati emersi a Chicago.

Difatti, al recente “ASCO 2018” è stato presentato per la prima volta uno studio di fase 3 randomizzato, chiamato “REVELANCE”, che ha coinvolto 1030 pazienti affetti da linfoma follicolare avanzato non trattati.

Tale studio ha potuto dimostrare che un regime cosiddetto chemio-free garantisce gli stessi risultati clinici, in termini di risposta completa a 120 settimane ed efficacia, del tradizionale protocollo “chemio-immunoterapia”.

Il trattamento chemio-free comporta un enorme beneficio, ossia una netta riduzione della tossicità normalmente legata alla chemioterapia. In particolare:

  • Diminuzione della tossicità neurologica
  • Scomparsa dell’alopecia
  • Riduzione di nausea e vomito
  • Diminuzione della neutropenia. La chemioterapia riduce il numero di neutrofili circolanti, fondamentali per la difesa del nostro organismo dalle infezioni

 

Per maggiori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma.

Per un consulto medico, compila il form “Contatta il Professore” presente nell’articolo

 

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