Parliamo oggi di ernia iatale, una condizione spesso asintomatica. In alcuni casi può manifestarsi con sintomi aspecifici che possono far pensare a difficoltà digestive.
Quando la parte superiore dello stomaco risale all’interno del torace attraverso un foro chiamato iato esofageo (o diaframmatico), siamo in presenza di ernia iatale. Questa apertura, che unisce esofago e stomaco, si trova sul muscolo del diaframma e regola il passaggio del cibo.
Nel momento in cui le pareti dello iato esofageo si rilasciano, quest’ultimo si allarga, consentendo l’erniazione dello stomaco dall’addome al torace attraverso di esso.
TIPOLOGIE DI ERNIA IATALE
Vi sono due principali tipologie di ernia iatale:
- ERNIA IATALE DA SCIVOLAMENTO
Questa forma di ernia è riscontrabile più frequentemente in soggetti obesi o in sovrappeso e rappresenta il 90% dei casi. Si verifica quando la pressione intraddominale risulta superiore a quella diaframmatica. Questo fa sì che lo stomaco venga spinto verso l’alto, al di sopra del diaframma. Si tratta di una condizione non per forza permanente; basti pensare che uno scivolamento non superiore ai 2 cm è fisiologico, poiché normalmente avviene nell’atto di: deglutire, tossire, fare uno sforzo, sollevare le gambe ecc… In questo caso l’orientamento dell’asse dello stomaco non cambia - ERNIA IATALE DA ROTAZIONE O ROTOLAMENTO (O ANCHE DETTA PARAESOFAGEA)
Questo secondo tipo di ernia iatale è meno comune, infatti interessa solamente il 5% dei casi, ma è la più pericolosa. Si verifica quando la giunzione gastro-esofagea resta nella sua posizione naturale, mentre l’erniazione della parte superiore dello stomaco (chiamata fondo) risale fino ad affiancare l’esofago. L’ernia può aumentare in maniera progressiva, compromettendo l’afflusso di sangue allo stomaco e arrivando a comprimere persino cuore e polmoni. Possono, quindi, manifestarsi insufficienza respiratoria, ma anche lesioni ischemiche ed ulcerose (che possono provocare l’anemizzazione dell’esofago), e persino la stenosi esofagea benigna
CAUSE
L’ernia iatale è piuttosto comune negli anziani. Difatti, può essere associata ad una perdita di tono ed elasticità dei tessuti dovuta all’età o ad altri fattori, quali:
- OBESITÀ E SOVRAPPESO
- GRAVIDANZA
- DEBOLEZZA CONGENITA DELLO IATO ESOFAGEO E/O DEL TESSUTO CONNETTIVO
- FUMO
SINTOMI
Spesso l’ernia iatale è del tutto asintomatica. In altri casi presenta sintomi aspecifici che possono essere ricondotti a difficoltà nella digestione. Tuttavia questa condizione si manifesta con:
- ERUTTAZIONE. È il sintomo più frequente e caratteristico. Generalmente dopo l’eruttazione il paziente avverte una sensazione di sollievo dal dolore che è del tutto temporaneo. Lo stomaco, infatti, si riempie d’aria e si svuota molte volte durante la giornata, generando un ciclo continuo di “dolore-eruttazione”
- DOLORE TORACICO ED EPIGASTRICO
- DOLORE RETRO-STERNALE
- PESANTEZZA GASTRICA
- SENSAZIONE DI PERCEPIRE I BATTITI CARDIACI DOPO AVER MANGIATO
- REFLUSSO GASTROESOFAGEO. L’ernia iatale può indebolire lo iato esofageo, facilitando di conseguenza il reflusso. Questa condizione provoca a sua volta sintomi, quali: risalita degli acidi dello stomaco; irritazione delle mucose orali; tosse secca; disfonia; bruciore di stomaco
DIAGNOSI
La diagnosi viene stabilita mediante un esame endoscopico (esofagogastroscopia) o una radiografia del tratto superiore del tubo digerente con mezzo di contrasto.
TRATTAMENTO
La progressione dell’ernia iatale ed il reflusso che ad essa può essere associato vengono in genere trattati con l’utilizzo di farmaci antiacidi ed altri che, aumentando la pressione dello iato, agevolano lo svuotamento gastrico. Viene, inoltre, consigliato di:
- Non fumare
- Evitare pasti troppo abbondanti, soprattutto a cena
- Non andare a dormire subito dopo aver mangiato, ma aspettare almeno 2 ore
- Non consumare o limitare i cibi irritanti (come quelli troppo speziati), caffè, tè, alcool, cioccolato, agrumi, pomodori, menta, insaccati, carne affumicata, formaggi grassi e stagionati
- Fare attività fisica
- Mantenere il peso nella norma
Nel caso la terapia medica non funzionasse o insorgessero delle complicanze pericolose, è necessario intervenire mediante la cosiddetta fundoplicatio laparoscopica, un intervento chirurgico mininvasivo che ha lo scopo di ridurre l’ernia ed eliminare il reflusso in maniera risolutiva.
Per maggiori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma