Conosciamo meglio i diverticoli, un disturbo alquanto comune che in genere rimane asintomatico e viene individuato durante una colonscopia o altri esami diagnostici effettuati per altri motivi.
Sono piccole tasche che si sviluppano nelle pareti del sigma o del colon discendente (sinistro), ma che possono interessare anche tutto il colon. Stiamo parlando dei diverticoli.
Si stima che si presentino nel 5% dei quarantenni e nel 50% degli over 60. Si calcola comunque che all’età di 80 anni queste estroflessioni interessino quasi tutti.
Quando tali alterazioni anatomiche non comportano alcun tipo di disturbo, siamo in presenza di diverticolosi. Al contrario, quando uno o più diverticoli vanno incontro ad infiammazione parliamo di diverticolite.
DIVERTICOLI: fattori predisponenti
Come abbiamo già detto, la diverticolosi è un disturbo piuttosto frequente e comune. Vi sono dei fattori che possono contribuire alla formazione dei diverticoli, quali:
- Età: con l’avanzare degli anni si perde progressivamente la tonicità del tessuto connettivo e muscolare che sostengono l’intestino
- Alimentazione povera di fibre, frutta e verdura
- Sesso femminile: le donne sono maggiormente predisposte alla diverticolosi
- Obesità e sedentarietà
- Uso di alcuni farmaci, come ad esempio i FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei)
DIAGNOSI
Generalmente queste alterazioni anatomiche vengono rilevate in maniera casuale, in quanto non ne avvertiamo l’eventuale presenza. Finché, quindi, rimangono asintomatiche, non è necessario effettuare controlli periodici e ripetuti nel tempo. Tuttavia, qualora si verificassero degli episodi che possano far sospettare una diverticolite, è opportuno eseguire alcuni esami diagnostici:
- Colonscopia
- TC addominale
- Clisma opaco con doppio contrasto
TRATTAMENTO
La terapia ha lo scopo di evitare che la diverticolosi degeneri in diverticolite.
Difatti, quando la diverticolosi diventa sintomatica, può evolvere verso quadri più complicati, quali: flemmone, perforazione, peritonite purulenta, occlusione, emorragia intestinale o, addirittura, creare fistole ed ascessi enterici.
In caso di diverticoli il paziente viene trattato con la somministrazione di farmaci che agiscono sulla flora intestinale, in modo da contrastare le alterazioni dell’alvo e farmaci contro il dolore e lo spasmo colico.
È importante, inoltre, evitare la stipsi, facilitando anche la motilità intestinale. Per questa ragione viene consigliato di:
- Bere almeno 2 litri di acqua al giorno
- Aumentare la quota di fibre giornaliere (verdure, legumi, cereali etc.)
- Incrementare il consumo di frutta e verdura
- Evitare il sovrappeso
- Praticare una moderata attività fisica
Al contrario, la diverticolite richiede una gestione accurata, che può comprendere: la somministrazione di antibiotici, drenaggio percutaneo o chirurgia. Difatti, alcune complicanze che abbiamo citato all’inizio del paragrafo a volte possono persino richiedere un’urgenza chirurgica immediata.
Solo l’1% di chi soffre di diverticolite necessita di un trattamento chirurgico che è, comunque, riservato:
- Ai pazienti che hanno attacchi ripetuti
- Ai casi complicati o severi: diverticolosi estesa o complicata; presenza di un polipo sessile (ossia non peduncolato) impossibile da asportare con una colonscopia opearatoria: tumore maligno
- Quando la terapia medica non porta miglioramenti
Dopo l’intervento il normale funzionamento della peristalsi intestinale viene generalmente ripreso dopo 3 settimane.
Per ulteriori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma
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