I condilomi sono causati da un’infezione da HPV, un virus a trasmissione sessuale che spesso non sappiamo di aver contratto. Vediamo quali esami è necessario effettuare.
Come abbiamo visto in un articolo precedente, i condilomi sono minuscole escrescenze carnose che possono coinvolgere sia le mucose anali e perianali (sia nell’area intorno all’ano che all’interno di esso), che quelle genitali ed orali.
L’HPV (Human Papilloma Virus) viene trasmesso mediante il contatto diretto con le mucose anali, genitali ed orali di un soggetto portatore dell’infezione. Nonostante queste lesioni cutanee siano spesso asintomatiche, risultano altamente contagiose e tendono a moltiplicarsi e proliferare.
Per questa ragione è fondamentale che, in caso di condilomatosi, il controllo clinico venga esteso al proprio partner, anche se questi non presenta sintomi.
In secondo luogo, nel caso l’HPV non venga diagnosticato e i condilomi non vengano trattati per parecchio tempo, possono alzare il rischio di insorgenza di carcinoma dell’ano, del pene, dell’orofaringe e della cervice uterina. Quest’ultimo rappresenta la seconda neoplasia più frequente nella donna, dopo il tumore al seno.
CONDILOMI E HPV: gli esami utili
Presso la Casa di Cura “Villa Mafalda” è stato istituito un Centro per la Prevenzione dell’HPV. Qui è possibile effettuare esami specifici per la prevenzione e la diagnosi dell’HPV, nonché terapie per il trattamento del virus.
Il nuovo piano di screening prevede che le donne effettuino l’HPV test per la prevenzione del tumore alla cervice uterina. Nonostante quest’esame sia più sicuro e predittivo del Pap test, non sostituisce quest’ultimo. Difatti, bisognerà eseguirlo qualora l’HPV test dia esito positivo. Se anche il secondo esame è positivo, allora sarà necessario effettuare la colposcopia.
Un altro aspetto essenziale è la genotipizzazione dell’HPV. Ad oggi, degli oltre 150 gruppi di virus, sappiamo che una ventina sono considerati ad alto rischio oncologico. Identificare se (nel caso degli uomini) siamo portatori o (per le donne) si ha contratto uno dei ceppi che potenzialmente possono portare al cancro del collo dell’utero, è molto importante.
Ricordiamo, inoltre, che l’infezione da HPV tende a recidivare, per cui potrebbero anche formarsi nuovi condilomi, dopo l’asportazione. Inoltre, nonostante il nostro sistema immunitario riesca a debellare il virus responsabile, questo può sopravvivere dai 6 ai 24 mesi; nell’arco di questo periodo si è ancora molto contagiosi.
Per questo motivo è consigliato effettuare controlli periodici anche nei mesi successivi l’asportazione dell’ultimo condiloma.
Non dimentichiamo, quindi, di eseguire regolarmente gli esami di screening consigliati dal proprio medico. Solo in questo modo è possibile identificare l’eventuale presenza di lesioni precancerose prima che queste evolvano in tumore.
Per maggiori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma, dove è presente il Centro per la Prevenzione, la Diagnosi ed il Trattamento dell’HPV
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