La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica intestinale che coinvolge sempre il retto. Tuttavia, può estendersi anche a tutto il colon o a parte di esso, senza soluzione di continuità. Vediamo come viene trattata e come possiamo prevenirne complicanze ed evoluzione.
Le lesioni ulcerose che caratterizzano questo tipo di colite possono provocare sintomi intestinali, quali:
- Diarrea con presenza di sangue e/o muco
- Anemia da carenza di ferro, dovuta al sanguinamento
- Stipsi, quando il disturbo coinvolge solo il retto
- Dolori addominali, che in genere si attenuano dopo l’evacuazione
- Evacuazione di solo muco e/o sangue, oppure di feci di piccole quantità
- Febbre accompagnata da conseguente disidratazione ed associata in particolare ad episodi sintomatici più severi
In un terzo dei casi possono presentarsi anche sintomi extra-intestinali, tra cui:
- Manifestazioni a livello dermatologico (noduli sottocutanei o lesioni con presenza di pus)
- Dolori articolari come artriti e artralgie
TRATTAMENTO DELLA COLITE ULCEROSA
In questo tipo di problematica è fondamentale che l’infiammazione cronica venga curata in maniera adeguata. Questa nel tempo potrebbe dare luogo ad alterazioni irreversibili delle cellule intestinali (lesioni precancerose), le quali possono aumentare il rischio di insorgenza di neoplasie intestinali.
Si stima che annualmente possano verificarsi uno o due episodi sintomatici (ma anche molti di più). Difatti, la colite ulcerosa ha un andamento piuttosto altalenante: in un anno possono alternarsi attacchi acuti a periodi di completa remissione, in cui la malattia risulta persino asintomatica.
Per questa ragione la terapia medica deve essere necessariamente seguita anche durante i periodi di remissione, in cui questa rimane silente. In questo modo si possono evitare le possibili riacutizzazioni della malattia e le sue conseguenze.
In casi (in genere piuttosto rari) di colite ulcerosa refrattaria alla terapia medica viene eseguita una colectomia totale. Si tratta di un intervento chirurgico che prevede l’asportazione dell’intero colon.
Il trattamento della malattia ha come scopo quello di agire sull’infiammazione cronica, inibendo quei processi che attivano il nostro sistema immunitario e, quindi, l’infiammazione. Per fare questo vengono utilizzati:
- Farmaci ad azione antinfiammatoria come ad esempio la mesalazina
- Steroidi
- Immunosoppressori, quali la ciclosporina e l’azatioprina
Per quanto riguarda la gestione della malattia possono, inoltre, essere utili:
- Dieta con basso contenuto di fibre. In caso di intestino crasso gonfio, questa accortezza può limitare le lesioni della mucosa infiammata
- Integratori di ferro, nel caso vi sia una anemia da carenza di questo minerale fondamentale per diverse funzioni biologiche, causata dalla perdita ematica nelle feci
- Integratori di calcio e vitamina D. L’alimentazione di chi soffre di colite ulcerosa potrebbe dover escludere i prodotti caseari, fattore che può ridurre i sintomi della malattia. Pertanto è necessario assumere questi integratori solo se questo tipo di dieta porta giovamento
IN CONCLUSIONE
Non ci sono norme che possano prevenire l’insorgenza di questa malattia infiammatoria cronica intestinale. Tuttavia, possiamo prevenirne sia le complicanze che l’evoluzione, ricordando questi punti:
- Diagnosi precoce. Quando vi è familiarità per le malattie autoimmuni, in caso di diarrea (in particolare se ematica!) associata o meno a dolore addominale, è consigliabile rivolgersi ad uno Specialista, il quale potrà suggerire gli esami del caso (sangue occulto feci – colonscopia). Durante questo esame si può utilizzare la Cromoendoscopia per poter visualizzare in maniera più dettagliata possibili zone sospette per displasia del colon (poliposi intestinale)
- Prevenzione di neoplasie intestinali. A 8 anni dalla diagnosi se la colite ulcerosa si è estesa oltre il retto, è bene sottoporsi ogni 1-2 anni a colonscopia con biopsie seriate
- Prevenzione di infezioni opportunistiche in pazienti sottoposti a terapie immunosoppressive. In questi casi è consigliabile effettuare:
– vaccinazione anti-influenzale ogni 12 mesi
– vaccinazione anti-pneumococco ogni 5 anni
– vaccinazione per l’epatite B nel momento in cui viene diagnosticata la malattia infiammatoria intestinale
Per maggiori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma
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