Molti sintomi possono farci pensare ad un attacco di appendicite, se li sappiamo riconoscere. Per questo nell’articolo che segue vediamo quali possono essere i suoi campanelli di allarme, quali le complicanze se questi non vengono tenuti sotto controllo e come viene trattata.
Nonostante la funzione dell’appendice non sia ancora del tutto chiara, molti ragazzi al di sotto dei 14 anni hanno sperimentato cosa succede quando questa piccola sacca di forma tubolare e posta all’estremità inferiore dell’intestino crasso si infiamma.
L’appendice, identificabile esternamente nel quadrante addominale inferiore a destra dell’ombelico, ha un lume molto più piccolo rispetto a quello dell’intestino. Non serve ad assorbire i nutrienti, ma il tessuto linfatico di cui è composto svolge un’azione di filtro.
Per questa ragione quando si verifica un’ostruzione, questo piccolo organo può infiammarsi. Tale condizione può in seguito dare luogo a un’infezione, dovuta proprio ai batteri presenti nell’intestino.
Difatti, a seguito dell’ostruzione, il muco comincia a ristagnare continuando ad accumularsi nell’appendice, fino a provocarne l’infiammazione e l’infezione.
CAMPANELLI DI ALLARME
In caso di appendicite è importante che non venga trascurata, bensì trattata in modo adeguato. Vediamo in dettaglio quali sono i campanelli di allarme che dovremmo conoscere:
- Sensazione di malessere generale
- Disturbi digestivi
- Febbre (37°-39°), che inizialmente può anche essere lieve
- Dolore addominale. Si presenta come un dolore sordo nel quadrante superiore destro, che si intensifica maggiormente in quello inferiore. L’intensità del dolore può essere variabile, in quanto è strettamente legata al grado di infiammazione
- Gonfiore addominale
- Nausea
- Perdita di appetito
- Vomito
- Crampi addominali
- Difficoltà nell’eliminare i gas intestinali
- Stipsi o diarrea
APPENDICITE: complicanze e trattamento
In un primo momento un’infiammazione lieve può essere trattata con terapia antibiotica. Tuttavia, la sua evoluzione deve essere tenuta sotto stretto controllo medico: qualora i sintomi non migliorassero, anzi peggiorassero, è consigliabile rivolgersi ad un Pronto Soccorso.
La complicanza più grave a cui si può andare incontro è la peritonite, che richiede un intervento chirurgico, spesso anche di una certa urgenza. In questi casi si ha l’infiammazione e perforazione del peritoneo, la sottile membrana sierosa che riveste visceri e cavità addominale.
L’ascesso addominale è una complicanza meno grave ed urgente della precedente. Si tratta di un accumulo di pus che si forma esternamente all’appendice e la cui presenza in genere viene identificata in sede di intervento.
In caso di appendicite acuta, peritonite e rischio elevato di perforazione del peritoneo è necessario procedere con una appendicectomia.
L’intervento è risolutivo e viene effettuato in laparoscopia. Prevede l’asportazione dell’appendice mediante 3 piccole incisioni (previa anestesia generale) ed il paziente può essere dimesso già dopo 24-48 ore.
Per ulteriori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma
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