Colangiocarcinoma: esami diagnostici e trattamento

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Colangiocarcinoma, esami diagnostici e trattamento - Il Blog del Prof. Paolo Barillari

Il trattamento del colangiocarcinoma dipende dall’estensione della neoplasia, nonché dalla sua sede. Vediamo quali sono gli esami diagnostici utili e quali i trattamenti possibili.

In un articolo precedente abbiamo analizzato i fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare un tumore delle vie biliari (il colangiocarcinoma) ed i sintomi correlati ad esso. Oggi ci soffermeremo in particolare sull’aspetto diagnostico e terapeutico.

DIAGNOSI DI COLANGIOCARCINOMA

Nel momento in cui si presentano manifestazioni cliniche che fanno sospettare un colangiocarcinoma, vi sono alcuni esami diagnostici che consentono di effettuare le necessarie valutazioni della malattia:

  • ECOTOMOGRAFIA addominale. Si tratta di un esame non invasivo che permette di determinare l’effettiva presenza di un tumore; individuare il punto di ostruzione delle vie biliari e stabilire l’entità della dilatazione di queste ultime
  • RISONANZA MAGNETICA multiparametrica e Colangiopancreatografia-RM. Lo studio delle vie biliari consente di poter conoscere la natura e l’esatta stadiazione locale del colangiocarcinoma, nonché la sede e la causa dell’ostruzione
  • TC multistrato. L’esame fornisce immagini dettagliate dell’anatomia dell’albero biliare e di tutti gli organi della cavità addominale, ma anche della sede del colangiocarcinoma. In questo modo è possibile valutare l’eventuale diffusione della neoplasia alle strutture contigue
  • COLANGIOGRAFIA TRANSEPATICA PERCUTANEA. Questa è una tecnica radiografica, sicura ed efficace, che consente la visualizzazione dell’anatomia del tratto biliare, ma anche di effettuare dei piccoli prelievi di tessuto per l’esame istologico
  • COLANGIO-PANCREATOGRAFIA ENDOSCOPICA RETROGRADA. Mediante l’esame, effettuato con mezzo di contrasto, è possibile esaminare le vie biliari, visualizzare l’ostruzione ed, eventualmente, eliminarla

TRATTAMENTO

Generalmente il trattamento di un colangiocarcinoma è di tipo chirurgico, anche se questo prevede una diagnosi tempestiva. Al contrario, quando il tumore viene diagnosticato in fase avanzata le opzioni sono: chemioterapia, radioterapia e drenaggio delle vie biliari.

  • INTERVENTO CHIRURGICO. Nel caso di tumori intra-epatici si procede con una chirurgia conservativa sotto guida ecografica. Questo consente di non compromettere la funzionalità del fegato. I tumori extra-epatici, come ad esempio quello di Klatskin, necessitano di un’asportazione più importante di tessuto epatico, nonché della via biliare che collega fegato e duodeno e dei linfonodi adiacenti
  • CHEMIOTERAPIA. I farmaci chemioterapici possono essere utilizzati dopo l’intervento chirurgico per evitare possibili recidive. Inoltre, la chemioterapia rappresenta la terapia prevista quando la neoplasia non è operabile, in quanto ne rallenta la progressione
  • RADIOTERAPIA. Sempre in caso di tumori non operabili poiché diagnosticati in fase avanzata, la radioterapia, associata o meno alla chemioterapia, può limitare i danni, impedendo che il tumore delle vie biliari si estenda a livello locale
  • DRENAGGIO DELLE VIE BILIARI. Mediante la colangiografia transepatica percutanea o la colangio-pancreatografia endoscopica retrograda può essere inserito un catetere di drenaggio all’interno della via biliare. Questa procedura permette di migliorare la qualità di vita di pazienti con tumori inoperabili, riducendo l’ittero. Il drenaggio può, inoltre, essere sostituito da uno stent

 

Per maggiori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma

 

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